Una sovversione conservatrice

A. E. McGrath, La Riforma protestante e le sue idee sovversive. Una storia dal XVI al XXI secolo, Edizioni Gruppi Biblici Universitari, Chieti 2017, pp. XIV, 701, euro 30,00.

Le edizioni Gruppi Biblici Universitari non potevano celebrare in modo migliore questi 500 anni trascorsi da quello che si considera l’inizio della Riforma protestante: con la pubblicazione di un volume che alla qualità unisce una straordinaria utilità per il lettore evangelico, specialmente, ma non solo.

Alister E. McGrath è un docente di Oxford specializzato in storia del pensiero cristiano; ben noto al pubblico italiano per altri saggio suoi già tradotti ed editi, insomma è persona che ha le carte in regola. Ottima, dunque, anche la qualità della scelta.

Le celebrazioni italiane della Riforma hanno presentato un limite in quanto sono state generalmente incentrate su Lutero e, magari, un po’ anche su Calvino. Ma questa prospettiva ha negato la sostanza stessa della Riforma che è processo sia continuo sia, anche, “dal basso”. Quanti altri profili, quante altre correnti escluse e, magari, queste realtà sono proprio quelle più incisive oggi!

Il libro ha un’ampiezza di orizzonte ammirabile. Ben tradotto in italiano e con adeguata veste grafica (il che non è da considerarsi scontato nell’editoria evangelica italiana). Lo si può considerare anche una storia critica del protestantesimo dal punto di vista della riflessione dottrinale, ma anche da quello degli aspetti sociali e del rapporto con la società e la cultura circostante. L’analisi arriva fino ai nostri giorni e, nelle ultime pagine, si spinge anche a considerazioni relative al futuro, problemi aperti presentati con equilibrio per fornire al lettore gli elementi utili per orientarsi, scegliere, procedere.

Si dia uno sguardo all’indice generale all’inizio e a quello analitico alla fine per avere un’idea della vasta materia esposta ed elaborata. Dalle premesse, all’alba della ‘rivoluzione’, a Lutero, a quel che vi fu dopo Lutero e oltre a lui, la scolastica protestante, le reazioni, il pietismo, i risvegli, i movimenti di santità, il pentecostalismo, sia ‘classico’, sia nelle forme insolite che sembrano sfuggire a una serena catalogazione, se non alla nostra stessa comprensione. Poi i fondamentali capitoli che analizzano il protestantesimo in relazione alle arti, alle scienze. L’importanza fondante della Bibbia e della sua esegesi. Un tema sul quale, a mio parere, si gioca il futuro del protestantesimo qui da noi in Italia.

Utili anche i capitoli che studiano i fenomeni attenendosi ai diversi àmbiti geografici e palesando le specificità locali. Qui non si troverà solo l’Inghilterra e l’America ma, ad esempio, anche le ‘frontiere’ più lontane dell’Etiopia, delle Filippine, del Sud America, della Corea e molto più.

Insomma per un costo davvero molto contenuto (come nello stile dell’Editore) abbiamo fra le mani quella che non sarebbe esagerato definire un’enciclopedia del pensiero e della storia protestante dalle origini, ai nostri giorni e oltre.

V’è una riflessione di fondo che fa da filigrana all’opera intera: il precetto e l’esperienza fondamentale dell’uomo protestante, cioè la lettura diretta della Bibbia e la conseguente gestione anche diretta della sua vita spirituale, fu acquisizione rivoluzionaria e, a ben pensarci, anche oggi da rubricare in un certo senso come ‘sovversiva’. A questo pensiero se ne aggiunge un altro relativo alle difficoltà inerenti alla riduzione del pensiero biblico nelle cellette di una sia pur ampia e autorevole “teologia sistematica” che escluda il diverso da sé. E qui McGrath, senza accorgersene, s’accosta alla realtà del cristianesimo antico che conobbe un proliferare di scritti d’esegesi biblica ma non manuali di sistematica.

Sì, quelle dei protestanti furono e sono idee ‘sovversive’. Ma la loro fu una sovversione conservatrice poiché intese (e intende) eliminare le superfetazioni teologiche e liturgiche della ‘modernità’, intesa come momento successivo all’antico, al fine chiaro e determinato di ritornare proprio all’Antico come modello e meta. E proprio in ciò sta il paradosso che rende il protestantesimo esperienza culturale, oltre che di fede, ancòra interessante: il suo essere sovversione ma anche conservazione. Il tutto passando per l’imprescindibile responsabilità che l’uomo ha di gestire un suo rapporto con Dio che implica anche un relazionarsi con il mondo.

Ritornare al Nuovo Testamento sic et simpliciter è pura utopia poiché le lancette della storia non si possono posizionare indietro, eppure questo miraggio si traduce in bussola che ben governa la navigazione. Tra le sfide del futuro v’è anche quella di conservare la nostalgia dell’Antico mentre si procede a formule di modernità imposte dal mutar degli eventi. Insomma: sovversione e conservazione, rivolta e sottomissione, l’exemplum dei padri e l’incognita a cui i figli o, meglio, i nipoti vanno incontro!

In conclusione: il volume sposa la filosofia dell’Editore che è quella di orientare il lettore e offrirgli stimoli formativi senza esercitare la violenza dell’imposizione di un pensiero unico. Ciò significa sposare un’ottica di servizio, catalizzare processi di crescita, mantener viva la sfida protestante di un sacerdozio universale e di una fede responsabile in quanto pensante.

Un libro assolutamente da leggere!

P.S.: Il lettore pentecostale troverà ampio pascolo in interi capitoli dedicati alla storia del movimento pentecostale ricostruita con grande accuratezza. Il legame di questo con i movimenti di santità è dimostrato con autorevolezza di documentazione. Le radici wesleyane del pentecostalismo, temi sul quale chi scrive ha più volte insistito, sono proclamate con rispetto per la storia e con conoscenza della dottrina. Una delle trattazioni più equilibrate del pentecostalesimo che conclude con la “sfida della formazione”: o il movimento recupera le sue radici teologiche dando spazio alla crescita culturale oppure s’arena delle secche del solipsismo spiritualistico se non tra i fenomeni da palcoscenico. Sì, avete capito bene, il lettore pentecostale trarrà un doppio beneficio da questo bel volume.

Giancarlo Rinaldi

 

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