Premetto almeno due cose: 1. Questa riflessione non desidera avere carattere polemico; 2. Non sostengo, ripeto non sostengo, ripeto ancora non sostengo che il calvinismo derivi dallo gnosticismo.
Sta tuttavia di fatto che nella ricerca storiografica sulle religioni l’approccio comparativista ravvisa alcuni tratti comuni tra queste forme di religiosità. Sono necessarie alcune brevissime definizioni preliminari:
Astrologia: è una dottrina secondo la quale l’uomo sin dal suo nascere riceve profondi condizionamenti dai corpi celesti a secondo delle posizioni che questi assumono. La vita e il suo esito, ancor prima che l’uomo nasca e a prescindere da quello che sarà il suo modus vivendi, sono dunque determinati da questi corpi considerati come divinità.
Gnosticismo: corrente filosofico religiosa presente anche nel cristianesimo antico. Nella sua forma valentiniana riteneva gli individui umani divisi in tre categorie: pneumatici (gnostici predestinati alla salvezza), psichici e ilici (individui non predestinati). L’assegnazione a queste categorie avveniva anteriormente alla nascita e prescindeva dagli sforzi e dalla volontà dei soggetti. La salvezza, dunque, era determinata dall’afferenza del nascituro stabilita dalla divinità prima che questo nascesse. Per gli gnostici l’evangelizzazione era l’annuncio della natura divina e della condizione di salvati relativamente ad alcuni; niente potevano fare tutti gli altri.
Calvinismo: dottrina teologica derivante dall’insegnamento di Giovanni Calvino il cui aspetto predestinazionista fu sviluppato e fissato da suoi seguaci afferenti alla “scolastica calvinista”. Per costoro Dio sceglieva alcuni individui prima della loro nascita eleggendoli a salvezza; non così per tutti gli altri; ciò a prescindere da quelli che sarebbero stati i comportamenti. Il discrimine tra salvati e non salvati è invalicabile, così come rigorosamente fissato il numero degli appartenenti alle due categorie. L’evangelizzazione consiste nel proclamare l’elezione da parte di Dio; questo messaggio suona a salvezza per i predestinati, a condanna per gli altri.
Predestinazionismo, pertanto, è quella forma di soteriologia la quale pone la realizzazione della salvezza anteriormente alla nascita, la rende irreversibile, determina nella concreta realtà dei fatti delle distinzioni stabilite dalla divinità e contro le quali niente possono gli esseri umani.
Secondo la scuola di storia delle religioni comparativista tra le tre forme di religiosità non v’è alcun rapporto di derivazione; ognuna di loro è perfettamente originale; tuttavia il porre la salvezza anteriormente alla venuta a essere nel mondo e il ritenere assolutamente condizionante la scelta divina accomuna, limitatamente a questo aspetto soltanto, astrologia – gnosticismo – predestinazionismo calvinista.
Giancarlo Rinaldi
Tizio decide di predestinare Caio a ricevere il suo saluto… Certamente se Tizio non è Dio, il destino del saluto non sarà assolutamente certo.
Se Tizio fosse Dio e Caio l’uomo, il saluto non impedirebbe la libertà di chi lo riceve e sarebbe una certezza.
Il vero problema non è costituito dal predestinazionismo, ma il ritenere Dio capriccioso e l’uomo un burattino nelle sue mani.
Si tratta cioè di affrontare la questione specifica afferente al determinismo.
Forse Dio stabilisce chi accetterà e chi rifiuterà il Suo Annuncio?
Si trovano davvero teologi calvinisti che hanno sostenuto ufficialmente questo?
Ne sono più che dubbioso.
L’esempio dell’unione di battisti “particolari” e “generali” è stato assai illuminante: calvinisti ortodossi e arminiani tutti quanti assieme senza perdersi in litigi di troppo.
Mauro Pastore