Henry Ness è stato personaggio di gran rilievo nell’evangelismo statunitense negli anni del dopoguerra. Stimato esponente delle Assemblies of God degli USA, presidente (Principal) del Northwest Bible Institute and Seminary, presidente dello State Board of Prison Terms and Parole, International Representative dell’International Council for Christian Leadership. Egli si rese disinteressatamente disponibile affinché un’intesa delle neonate Assemblee di Dio in Italia (1947) con queste potesse giovare alla causa della libertà dei pentecostali italiani. Ben consapevole che le persecuzione erano determinate dalle ingerenze del clero cattolico, in Italia come in Spagna, nel 1947 si recò a colloquio con il papa Pio XI per indurre un atteggiamento non belligerante verso i suoi confratelli italiani. In tale occasione egli diede limpida testimonianza della sua fede, evitando un ecumenismo equivoco e cogliendo l’occasione per parlare dell’Evangelo della grazia. Dell’evento la stampa diede ampia notizia: in Italia sulla prima pagina dell’Osservatore Romano e in altri quotidiani, negli USA tramite ampie relazioni sul Pentecostal Evangel. Tra i pentecostali italiani la notizia non ebbe altrettanta eco: si era nell’epoca dello scontro con la Chiesa di Roma e per alcuni la cosa avrebbe costituito motivo di perplessità. In ogni caso l’incontro non ebbe niente di celato e misterioso.
Il documento qui riportato è una lettera del 12 marzo del 1948 che il Ness scrisse al Gorietti, primo presidente delle ADI. Vi si palesano sentimenti di autentica fraternità e profondo rispetto. La lettera è un attestato di amore verso gli evangelici italiani ai quali il Ness si prodigò di far pervenire opuscoli evangelistici da distribuire. Così anche la generosità verso l’edificazione del locale di culto a Roma, che però – si badi bene – stimolava anche i credenti italiani a fare appieno la loro parte.
Alcuni, ignorando i fatti o fornendone malevola interpretazione, hanno ritenuto che il Ness avesse esercitato un’egemonia sulle neonate ADI. Questo documento attesta proprio il contrario: per ben due casi (di Avena e Fontana) il Ness dichiara di non aver preso nessuna decisione in merito a questi postulanti poiché rispettava il ruolo del presidente italiano: il responsabile di una grande e influente denominazione degli USA s’inchina all’autonomia del collega italiano, ben più fragile e neocostituito: una ennesima lezione di stile del Ness che fu anche accademico e rettore di un’università.
Per un inquadramento generale cfr. G. Rinaldi, Una lunga marcia verso la libertà. Il movimento pentecostale tra il 1935 e il 1955, Edizioni GBU, Chieti 2017, pp. 101-117.